Wot’s…Uh The Deal

Recentemente ho riascoltato questa canzone dell’album Obscured By Clouds del ’72 e,  incontrando una particolare predisposizione d’animo, mi sono immerso in qualcosa di talmente delicato da suscitarmi la stessa sensazione che capita quando si osserva un bel fiore e vorresti raccoglierlo per donarlo ad una persona cara.

Il brano in questione è accreditato a Gilmour e Waters, ma qui il membro dominante dei Floyd è David, che canta e suona divinamente perché ha compreso e interiorizzato al meglio le esatte metriche di melodia, tensione e sensualità che la canzone richiede.

Il brano, in cui la delicatezza ed il tocco leggero delle tastiere è vitale, vede anche Wright ai massimi livelli. La sua sensibilità si avverte distintamente nel momento in cui fa un passo avanti ed esegue l’affascinante assolo di piano, preludio del liquidissimo solo di David alla slide.

Quei tocchi sul piano sono più dolci che mai, e ci sembra quasi di vederlo sorridere mentre le sue mani disegnano le note sulla tastiera come il muoversi leggero di una farfalla, spingendo il ritmo verso qualcosa che ci colora l’anima, e mentre la sua mente è immersa completamente nella melodia, la sua sensibilità fluisce direttamente su quei tasti bianchi e neri che tanto ci deliziano.

L’elegante cambio di marcia nella canzone avviene quando Mason si sposta dal rimclick per aprirsi al suo classico groove sullo swing e Gilmour sussurra la frase:

To let me in, from the cold…

con un intarsio vocale che ci lascia muti ed immobili, ad assorbire con tutti i nostri sensi qualsiasi piccola variazione musicale, perché stiamo realizzando che questo gioiello di canzone brilla come non mai.

La voce di David padroneggia il brano, quasi impalpabile, conferendo all’esecuzione un senso di leggerezza incredibile, mentre le lyrics  descrivono in maniera schietta la parabola della vita: da giovani si ambisce ad una vita migliore progettando il futuro, bramando  la vita altrui, magari affermata; il testo del brano è eloquente in questo

I’m the man on the outside looking in

Cause there’s a chill wind blowing in my soul

e mentre la vita scorre si ottiene, in qualche modo, quello che si è cercato:

Now I’m the man on the inside looking out

ma si realizza che il tempo è passato e con esso gli anni.

And I’ve grown old


Le tematiche su cui il pezzo si fonda anticipano, indubbiamente, quella stesse che vedranno la luce nel ’73 in Time; infatti, se consideriamo che la band si trovava già da tempo a lavorare su The Dark Side Of The Moon quando era stata chiamata a redigere la colonna sonora del film francese La Vallée, comprendiamo allora la commistione germinante di contenuti in qualche modo compenetrati l’un l’altro.

Una menzione va all’esecuzione live del 2006 del tour On A Island di David, che vede, piacevolmente al suo fianco, un Rick in forma smagliante, a ricreare quelle atmosfere dei primi anni ’70 dal sapore dolce, nutrimento del nostro cuore pinkfloydiano.

Ed ora, chiudete gli occhi, rilassatevi in poltrona ed ascoltate questo brano, immergendovi a dovere nella visione di questa pietra preziosa, capace di scindere il suono nelle sue componenti fondamentali.