Shine On You Crazy Diamond – Part I

Shine On You Crazy Diamond è la quintessenza dei Pink Floyd. Potrebbe bastare questo per rendere l’idea di cos’è questo brano. Ma ovviamente non ci fermeremo qui, dato che questo, come molti altri, è da considerare un brano il cui ascolto è essenziale. E lo faremo con la dovuta calma, parte dopo parte …

Il pezzo sembra quasi l’opera finale di una serie di bozze, bozzetti e tentativi che la band ha percorso egli ultimi 7 anni prima del 1975. Si rintracciano infatti echi del brano già in composizioni precedenti come A Saucerful Of Secrets e – soprattutto Echoes. Non tanto dal punto di vista melodico e armonico, quanto piuttosto dal punto di vista strutturale o forse meglio dire architetturale.

L’ascoltatore non impiega più di tre secondi ad entrare nell’atmosfera drammatica della Part I, così decisamente connotata da quel prolungato accordo di Sol minore all’organo di Rick. Sonorità epiche prendono forma dal sintetizzatore che fa da accento al tappeto sonoro, che rimane imperterrito e mono-armonico come a tenere alta la tensione di chi ascolta senza dare il minimo suggerimento della via a seguire.

Ed ecco la protagonista che entra in scena. La pulitissima chitarra di David fende l’atmosfera vaporosa delle tastiere attirando a sé tutta l’attenzione. Il primo cambio di accordo arriva ad accumulare ancora più tensione emotiva. Classico, ancora prima di diventare sacro, il giro armonico che accompagna l’assolo iniziale guida l’ascoltatore in un viaggio introspettivo inaspettato.

E’ come uscendo da una stanza per entrare in quella successiva nella visita di un sontuoso palazzo reale, il preludio alla Part II ha un qualcosa di a dir poco tenebroso. Quattro note su altrettante corde insistono sempre più strette e irritate a ripetere un messaggio di avvertimento, iscritto sull’eterno tappeto sonoro di Rick. Sta per arrivare qualcosa. Un tuono? Una svolta? Un’esplosione?